#2020inMusica | Album, Luglio
- Francesco Chirico
- 13 ago 2020
- Tempo di lettura: 9 min
L’estate avanza, siamo ormai ad Agosto inoltrato, è tempo però di fare due bilanci sul mese musicale appena trascorso, con due parole su vari album degni di nota, soprattutto nel panorama internazionale, e anche i migliori singoli usciti in questo lungo mese! Da agosto si riparte con la programmazione standard per i singoli (settimanali) e gli album (bisettimanali)!
https://rateyourmusic.com/list/il_chie/2020-albums/ NB: Le posizioni e i rating di album già in lista possono comunque variare, in base a ascolti futuri o altre considerazioni
THE STREETS – NONE OF US ARE GETTING OUT OF THIS LIFE ALIVE
A ben 9 anni di distanza, Mike Skinner (aka The Streets) ritorna sulla scena hip hop britannica con 12 tracce brevi e coinvolgenti, sempre accompagnato da ospiti, che siano di spicco (Tame Impala e IDLES) o meno (Kasien, Dapz On The Map, e tanti altri); pubblicizzato come un mixtape, forse per non alzare troppo le aspettative dato il lungo stop, il disco scorre bene, tra beat alienanti e ritmi sincopati, e il marcatissimo accento delle Midlands ci accompagna in un ascolto in cui il leitmotiv è chiaro: nessuno di noi uscirà vivo da questa vita, per cui affronta i problemi a viso aperto, senza nasconderti. Ci sono alcuni brani più anonimi di altri, o che suonano più datati, ma il tutto esce alla fine con una certa coerenza, soddisfacente.
⬆ : Call My Phone Thinking I’m Doing Nothing Better, None Of Us Are Getting Out Of This Life Alive
⬇ : Take Me As I Am
Voto: 7
JUICE WRLD – LEGENDS NEVER DIE
Come ogni album postumo, è difficile valutare completamente quanto di tutto ciò che è uscito fosse nei piani e quanto sia stato stravolto o meno in seguito alla scomparsa di un artista. Juice Wrld è morto a soli 21 anni, lo scorso dicembre, in circostanze tragiche, lasciando un grande vuoto nella scena pop rap americana; aveva veramente tanto da dire e da raccontare, poiché pare che questo non sarà l’unico rilascio postumo in nome di questo ragazzo. E già qui, in varie tra queste 21 tracce, è dolorosamente ovvio che Juice Wrld avesse dei problemi di dipendenza, di ansia, che probabilmente non sono stati considerati fino in fondo, e lui li ha raccontati senza troppi giri di parole nel suo stile, con la sua voce melodica e malinconica su basi, sinceramente, spesso e volentieri banalotte, e feat discutibili (Trippie Redd, Marshmello…). La genuinità del lavoro non è in discussione, così come il potenziale ulteriore che purtroppo resterà inespresso o quasi, continua comunque a rimanere fuori dalla cerchia dei miei artisti preferiti sulla scena, nonostante vari pezzi di un certo livello, su tutti Righteous, che colpisce durissimo.
⬆ : Righteous, Wishing Well
⬇ : Come And Go Voto: 6
POP SMOKE – SHOOT FOR THE STARS, AIM FOR THE MOON
Altro album postumo, altro artista giovanissimo, ucciso in circostanze poco chiare in casa sua a soli 20 anni. La regia di questo progetto (primo album), in seguito alla morte di Pop Smoke, è passata a 50 Cent, sua grande ispirazione nella sua breve carriera: ne esce un lavoro molto fedele a ciò che ci si poteva aspettare, ossia un album prevalentemente Gangsta Rap, ricco di drill type beats, alternando ritornelli più melodici a tracce decisamente più aggressive, contraddistinte dal timbro più unico che raro di Pop Smoke, profondo, “fumoso”, quasi abrasivo. La gran parte delle (molte) collaborazioni su questo progetto sono notevoli (Rowdy Rebel, Quavo, King Combs, Roddy Ricch, Future, lo stesso 50 Cent), e ci sono decisamente molti più alti che bassi nel corso della lunga tracklist, che tocca 1 ora di musica. Sicuramente questo progetto è una dimostrazione di ciò che poteva essere e che purtroppo non sarà molto più di questo.
⬆ : Make It Rain, The Woo, Aim For The Moon, Something Special
⬇ : 44BullDog Voto: 7+
LIANNE LA HAVAS - SELFTITLED
Che meraviglia di voce, che meraviglia di cantante: una delle migliori artiste sulla scena RnB torna dopo 5 anni con un disco delizioso, che racconta una crescita personale, un’iniezione continua di autostima, una storia di rinnovata serenità e certezze, distribuite in 12 tracce che scivolano giù dolcemente. La maestosa Bittersweet, che apre e chiude la tracklist, è il manifesto: no more hangin’ around, basta rimanere appesa, segui l’istinto e liberati da ciò che non ti lascia esprimere al meglio. Can’t Fight e Read My Mind sono altri highlights del disco, la cui gemma però è una magnifica cover di Weird Fishes dei Radiohead, fatta completamente propria in un modo inaspettatamente soddisfacente. Sour Flower poi, nel finale, è un viaggio completo. Poco da obiettare, questo lavoro è veramente notevole, l’ennesima consacrazione.
⬆ : Bittersweet, Read My Mind, Weird Fishes, Sour Flower, Can’t Fight
⬇ : -
Voto: 8.5
TAYLOR SWIFT - FOLKLORE
Un’uscita sorprendente, inaspettata in questo 2020, è quella dell’Artista del Decennio (Billboard, AMA); come il titolo lascia intuire, questo disco abbandona il pop “puro”, virando in una direzione più intima, chill, acustica, che punta a colpire con le parole. Tra i collaboratori in questo disco, il più evidente e il più importante è sicuramente il sempre fantastico Justin Vernon, aka Bon Iver, che canta nell’ottima Exile e partecipa alla produzione in vari altri pezzi; anche Aaron Dessner dei The National ha scritto e collaborato a numerose tracce. Il risultato? L’esperienza complessiva è rasserenante, forse fin troppo, a tratti quasi soporifera, ma senza dubbio piacevole, molto adatto ad accompagnare silenziose serate estive. Non sarò mai un fan della sua voce, a mio parere meno dotata di molte altre artiste della scena, e nemmeno dei suoi testi, però va dato merito al percorso fatto nel costruire questo album, il cui intento è stato senza dubbio raggiunto. ⬆ : Exile, Cardigan ⬇ : Betty
Voto: 7+
ACHILLE LAURO, DIVA, GOW TRIBE - 1990
La domanda è una sola: era veramente necessario? Avevamo veramente bisogno di sette tracce revival del pop anni 90, ripensate in questo modo? Non ne avevamo avuto abbastanza con Auto Blu? D’accordo, è un disco senza pretese, divertente, e come tale va preso: ma parlando un pochino più oggettivamente, è un progetto piuttosto mediocre nella sua concezione e soprattutto nella sua realizzazione, con collaborazioni che non aggiungono niente di meglio al solito stile di Achille, qui immerso in una marmaglia di suoni 90s senza troppo di più. Mah
⬆ : Sweet Dreams (solo per la base degli Eurythmics)
⬇ : I Wanna Be An Illusion, Blu, Scat Men
Voto: 4
FONTAINES D.C. – A HERO’S DEATH
Il secondo disco in meno di due anni degli astri nascenti del post-punk irlandese Fontaines D.C. è l’album della conferma, della consacrazione, dopo l’acclamato Dogrel dello scorso anno.
Chitarre distorte e travolgenti, spesso con quel tocco di dissonanza a rendere più “esotico”, la batteria frenetica ma sempre puntuale, la voce cantilenante ed energica del frontman Grian Chatten che ripete mantra semplici ma efficaci lungo tutta la tracklist, che però nascondono spesso e volentieri una doppia lettura: I Don’t Belong To Anyone, Life Ain’t Always Empty, Love Is The Main Thing. Inoltre, canzoni che spesso e volentieri scorrono con un crescendo di potenza, di agitazione, come le fantastiche A Lucid Dream e la title track, in modo da tenerti sempre in suspense e incollato all’ascolto, se l’ipnotica voce non bastasse. Anche i momenti più “rilassati”, concentrati soprattutto nel finale, sono degni di nota, in un lavoro veramente ben concepito e che lascia presagire un futuro ancora più radioso per questa band.
⬆ : I Don’t Belong, A Lucid Dream, A Hero’s Death, No
⬇ : You Said
Voto: 8
HAKEN – VIRUS
Con un titolo più che calzante per il 2020, e qualche singolo (Prosthetic, Invasion) veramente forte, l’atteso seguito di Vector appariva più che promettente: e infatti, il progetto è validissimo, uno dei più forti dischi progressive metal dell’anno senza dubbio! La prima parte del disco consta di un trio senza un attimo di respiro, costituito dai due singoli e dall’eccezionale e complessa Carousel; riff à la Dream Theater e à la Devin Townsend come se piovessero, ritmi sincopati e performance vocali ottime. La parte centrale del disco è la più lenta, e probabilmente la meno intricante (The Strain, Canary Yellow), ma si lascia presto strada alla suite Messiah Complex, un’opera in 5 tracce veramente magistrale, sia a livello strumentale che compositivo, una delle cose migliori mai fatte in carriera da questa band. Ci sono elementi melodici, blast beat, riff cattivi, rimandi a melodie di pezzi precedenti (cosa che un buon disco prog deve avere diciamocelo) che si insinuano lisci come l’olio nell’intricata struttura di questa suite. La breve Only Stars suggella e chiude un disco che si può considerare sicuramente superiore al precedente e certamente un ottimo lavoro in ottica dell’intera discografia. Ne è valsa sicuramente la pena (nonostante i molteplici rinvii di pubblicazione).
⬆ : Prosthetic, Invasion, Messiah Complex: Marigold/The Sect ⬇ : Canary Yellow
Voto: 8+
NICOLAS JAAR - TELAS
Terzo lavoro di questo 2020 per il prolifico artista newyorkese, dopo l’ottimo ritorno sotto il nome di Against All Logic e Cenizas. Le 4 tele (Telahora, Telencima, Telahumo, Telallàs), ovvero i 4 lunghi pezzi elettronici che compongono questo album fluiscono, senza soluzione di continuità, per l’intera ora o quasi di riproduzione, alternando atmosfere claustrofobiche a sezioni molto più intime e minimaliste, a percussioni quasi tribali, spingendosi ben oltre al predecessore Cenizas in termini sperimentali, con varie sezioni che vedono la compenetrazione di chitarre classiche e acustiche in atmosfere quasi glitchy; la fusione di generi e di suoni che ne esce è multiforme, variegata lungo ciascuna delle suite, che vede anche dei momenti di buio silenzio, quasi a contrastare e amplificare la moltitudine di stimoli sensoriali che la musica riesce a dare. Un’esperienza di ascolto francamente non per tutti, piuttosto difficile, ma mai banale, ed estremamente coinvolgente, quasi ipnotica a tratti, e certamente fra le migliori di quest’anno.
⬆ : Telahora, Telencima, Telahumo, Telallàs ⬇ : -
Voto: 8
ALANIS MORISSETTE – SUCH PRETTY FORKS IN THE ROAD
Ben otto anni sono passati dall’ultimo disco della cantautrice canadese, e il suo ritorno non è sicuramente avventuroso o da filo del rasoio: difatti, questa serie di tracce rappresenta l’artista calcare territori già ben noti, andando sul sicuro con rock ballads e piano-driven songs, puntando molto sulla natura molto personale dei pezzi, e sulla sua inconfondibile voce, che sembra non invecchiare mai. Il “compitino” è superato a pieni voti, soprattutto considerando la prima metà del disco, che ospita certamente i migliori pezzi (Reasons I Drink, Diagnosis, Smiling, Ablaze), mentre nella seconda parte si inizia a perdere un pochino di smalto, con pezzi certamente più dimenticabili. Per i fan di lunga data, un giusto ritorno alla forma; per gli altri, un sunto delle sue qualità, senza però uscire dal proprio recinto musicalmente parlando
⬆ : Smiling, Diagnosis, Reasons I Drink ⬇ : Sandbox Love
Voto: 6.5
DOMINIC FIKE – WHAT COULD POSSIBLY GO WRONG?
Artista a me sconosciuto fino a gennaio, quando il suo feat nel disco di Halsey mi aveva fatto dire “Ricordati questo nome”. Arrivato luglio, esce finalmente il disco di debutto: 14 pezzi, molto brevi (totale disco sotto i 35 minuti), che speso danno la sensazione di essere qualcosa di non finito, o comunque di poter essere ampliato ed approfondito. Molte basi strizzano l’occhio al pop rock e soft rock, si poteva ipotizzare un disco più rap oriented e invece c’è molto canto, quasi in stile Brockhampton, generalmente molto più RnB del previsto; complessivamente, i pezzi sono talvolta piacevoli, chi più chi meno, ma la sensazione generale è quella di un lavoro abbastanza superficiale, forse un po’ pochino per il proprio debutto. I brani migliori sono proprio quelli in cui si vedono degli spiragli di hip hop…
⬆ : Vampire, Florida ⬇ : Why
Voto: 5.5
LOGIC – NO PRESSURE
Il disco conclusivo (a suo dire) della carriera è una sorta di redenzione per Logic, dopo un 2019 fatto di uscite nefaste (Supermarket e Confessions of A Dangerous Mind sono abbastanza terribili). È stata veramente una sorpresa quanto questo disco fosse più godibile e meglio costruito dei lavori precedenti, i quali mi avevano creato un certo bias negativo nei confronti del rapper, che qui complessivamente ha delle strofe di qualità, soprattutto su Hit My Life, Celebration e la breve ma tostissima Perfect. Le produzioni sono forse la parte migliore del disco, molto variegate, gustose, ispirate a sua detta da MF Doom e Kanye West tra gli altri (e si sente). Interessanti gli intermezzi vocali, a mo’ di segreteria telefonica, che citano aspetti del concepimento e della creazione di questo lavoro; molto forte è il discorso finale preso dagli Orson Welles Commentaries, in Obediently Yours, sul razzismo e sulla tolleranza. Una conclusione di carriera sulle note giuste per Logic, che ai miei occhi lo riabilita parzialmente dopo gli inciampi che tanto me lo avevano fatto disprezzare.
⬆ : Celebration, Hit My Life, Perfect, Soul Food II ⬇ : Heard Em Say
Voto: 7.5
Ecco infine, in breve, le migliori tracce di luglio che vi consiglio e che magari vi siete persi! Per tutte quante le tracce, vi rimando alle playlist:
Week 27: le migliori Ty Dolla Sign ft. Kanye West, FKA Twigs, Skrillex – Ego Death (alternative hip hop) Soccer Mommy – Drive (art pop)
Lous And The Yakuza – Bon Acteur (french hip hop)
DevilDriver – Iona (thrash/groove metal)
Christine And The Queens – Eyes Of A Child (piano ballad)
Week 28: le migliori
James Blake – Are You Even Real? (art pop)
Aminé ft. Young Thug – Compensating (trap)
Kid Cudi, Eminem – The Adventures Of Moon Man And The Slim Shady (hip hop)
Margherita Vicario ft. Izi – Pina Colada (pop)
Crystal Lake – Watch Me Burn (metalcore)
Week 29: le migliori
Badflower - 30 (rock)
King Gizzard And The Lizard Wizard – Honey (acoustic prog)
IDLES – A Hymn (post punk)
Joe Bonamassa – Colour And Shape (blues rock)
YUNGBLUD – Strawberry Lipstick (pop punk/rock)
The Pineapple Thief – Break It All (alternative/prog rock)
Week 30: le migliori
Headie One ft. Drake – Only You Freestyle (drill/hip hop)
The Rolling Stones ft. Jimmy Page – Scarlet (rock)
Gorillaz ft. Schoolboy Q – Pac-Man (alternative hip hop)
J Cole – Lion King On Ice (hip hop)
J Balvin ft. Dua Lipa, Tainy – Un Dia (reggaeton/pop)
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