Si può parlare di “powerbuilding” come disciplina differente dal bodybuilding natural?
- Simone Lenoci
- 14 ago 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 3 ott 2020
Il powerbuilding è una disciplina nata ultimamente, che vuole unire il powerlifting e il bodybuilding, cioè forza più estetica. Al livello teorico e di terminologia può sembrare una nuova scoperta a differenza di ciò che è realmente. Se andassimo a esaminare un programma di powerbuilding, non ci sarebbero differenze con il bodybuilding natural. Esempio di un giorno di allenamento: il primo esercizio che è un fondamentale con basse ripetizioni per lavorare al livello neurale e di stress meccanico, successivamente complementari per lavorare al livello metabolico o di danno metabolico (salvo eccezione nella programmazione ed obbiettivo). In realtà, il powerbuilding è il bodybuilding dei soggetti che non assumono sostanze dopanti visto che, a differenza di chi assume doping, questo individuo senza un allenamento che colpisce diverse fibre muscolari, non potrebbe crescere. Quindi si dovrebbe parlare, come si è sempre fatto, di una differenziazione fra schede per soggetti natural e schede per soggetti non natural, visto che al livello metabolico funziona diversamente. Il powerbuilding è la tipologia di allenamento che dovrebbe utilizzare un qualunque soggetto che non assume farmaci. Allora perché ultimamente è uscita questa nuova disciplina? Probabilmente per marketing. Promuovere un nuovo sport incuriosisce, spinge le persone a provarlo e quindi a comprare schede di allenamento.
Fonti:
- Project Bodybuilding: il libro sulla ricomposizione corporea (di Fabrizio Liparoti) - Project strength (di Alessio Ferlito)
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