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I Giugno (Razan Al-Najjar)

China su un corpo

mutilato,

uno dei tanti

in questa striscia,

cerco le ferite

da ricucire

in questo lembo di sabbia.


Urla di dolore.

Non le ho studiate in città,

quando vedevo

gli occhi di mio padre

e il sorriso di mia madre

che mi immaginavano

in un ospedale a Tel Aviv.

Mamma, papà, io volevo solo

mettere una pezza

ad un'umanità

fatta a brandelli,

dove costringono ad odiarci

ma nei Libri

siamo tutti fratelli.

Quel primo di giugno

un fratello era a terra,

colpito dai proiettili

israeliani.

I camici bianchi

erano la nostra

unica armatura,

la vana illusione

di non essere sparati

e di credersi fratelli.


Fratelli miei,

non versate lacrime per ciò che io

ho reputato giusto.

Fatelo per chi diventa

carne da macello

di una guerra

senza fine.


Era il primo di giugno,

e sulla striscia di Gaza,

i militari israeliani

mi hanno sparata,

coprendo di rosso

il mio camice bianco

e forse

tutta l'umanità.

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