Isole: Tristan da Cunha
- Rocco Semler
- 28 apr 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 29 apr 2020
Puntando Google Maps su una particolare zona dell'Atlantico meridionale si ottiene una schermata completamente azzurra, priva di qualunque segno o nome per migliaia e migliaia di Kilometri, intervallati da un solo puntino puntino con scritto sopra: "Ediburgh of the Seven Seas". Credo che pochi luoghi riescano a stimolare l'immaginazione solo avendone sentito il nome, è impossibile non chiedersi dove si trova, che genere di posto sia, chi ci viva.

Ebbene, Ediburgh of the Seven Seas, The Settlement per i locali, è l'unico centro abitato sull'isola di Tristan da Cunha. L'isola è parte del territorio oltremare britannico di Sant'Elena, Ascensione e Tristan da Cunha. Attualmente conta 246 abitanti. Non è un luogo ospitale: è un isola vulcanica la cui cima supera i 2000 metri, ricoperta di neve d'inverno e quasi sempre avvolte dalle nebbie. Il suddetto vulcano fa si che solo una piccola parte dei 100 km2che la compongono sia praticabile; l'unica zona pianeggiante, nel nord-ovest, è occupata dal villaggio e dai campi di patate, distanti pochi km e collegati dalla M1, l'unica strada dell'isola, regolarmente percorsa da un pulmino targato “TDC 1”, se è possibile chiamare targa una scritta col gesso sul parafango.
Il fatto è che Ediburgh of the Seven Seas è l'insediamento umano più isolato del globo. Il luogo abitato più vicino,Sant'Elena sta a 2434 Km di distanza; per capirci è un po' come se usciti dal grande raccordo anulare la prossima città fosse Mosca, in mezzo il nulla. L'isola è caratterizzata da un acuta carenza di aeroporti, ciò implica che la nave sia l'unico modo per entrare ed uscire; ci sono delle navi mercantili che fanno 9 viaggi a\r annui da città del capo, distante più di 2800 Km. Sono 6 giorni (e poi altri 6 per tornare) di navigazione attraverso l'atlantico meridionale, in cui probabilmente si avrà l'occasione di avere un tete-a-tete con la cena della sera precedente. Per la cronaca all'isola manca anche un vero e proprio porto, le navi devono gettare l'ancora al largo e venire raggiunte da delle scialuppe.

Nonostante la sua distanza dal resto del mondo su Tristan è presente quasi tutto ciò che si potrebbe trovare in un normale villaggio britannico. C'è un supermercato,con normali prodotti inglesi e sudafricani, una scuola, un ufficio postale che fa anche da ufficio turistico e da caffè, un Pub, una chiesa e un parco giochi. Tuttavia oltre a queste strutture di base sono presenti anche luoghi di ricreazione come la piscina, inaugurata nel 2015 e un campo da golf, senza green e disseminato di massi, usato anche come pascolo per le vacche. Sull'isola è presente anche un centro medico, il Camogli Healthcare Centre, costruito nel 2017, è dotato di ambulanza e apparecchiature moderne, con 2 medici provenienti da fuori; solo per le nascite e i casi più gravi è necessario mandare i pazienti a città del capo.
È quantomeno insolito che l'ospedale di un paesino britannico sperduto nell'atlantico porti il nome di una città italiana a 9000 km di distanza. È un po' meno insolito quando ci si accorge che circa 1\4 degli abitanti porta un cognome italiano, due ad essere precisi, Repetto e Lavarello. I cognomi degli abitanti riflettono la storia dell'isola in una maniera molto particolare. Attualmente a Tristan sono presenti 9 cognomi, ognuno dei quali proveniente da un singolo individuo arrivato sull'isola nel corso degli scorsi 2 secoli, principalmente nel 1800. Glass, fondatore della comunità nel 1816, e Swain dal regno unito, Green (Groen in origine) dai paesi bassi, Rogers e Hagan dagli stati uniti e Repetto e Lavarello da Camogli, che finirono sull'isola dopo un naufragio nel 1892 e decisero di rimanervi. Se si aggiungono le altrettanto variegate origini delle donne arrivate sull'isola negli anni, spesso già di sangue misto, si ottiene un patrimonio genetico unico al mondo.
L'isola fu scoperta dall'esploratore portoghese Tristao da Cunha nel 1506, il quale, con somma modestia, diede il suo nome all'isola; ci vollero altri 130 anni prima che qualcuno ci mise piede sopra. Di fatto la storia dell'isola come è ora inizia nel 1815 quando i britannici, sempre entusiasti di piantare bandiere e reclamare territori, inviarono una spedizione militare con l'obbiettivo di costruire un insediamento sull'isola. William Glass (con la sua famiglia) fu uno dei pochi che decise di rimanerci e divenne il primo governatore dell'isola, creando la Carta dell'isola, un accordo comunitario per la divisione dei profitti, valido ancora oggi.
Nei 150 anni che seguirono gli isolani dimostrarono una capacità non comune di rialzarsi e ricostruire ciò che era stato perduto. Il vero isolamento iniziò a partire dall'apertura del canale di Suez nel 1859 che ridusse quasi a 0 il traffico di passaggio. Ma ci furono altri eventi tragici, come il naufragio di una scialuppa nel 1885 che lasciò l'isola con 3 maschi adulti, gli anni di totale isolamento durante la prima guerra mondiale, quando per 10 anni non ricevettero una singola lettera e parecchi uragani, l'ultimo nel 2001, che quasi distrusse il villaggio. Ci furono però anche momenti di gaudio, come il loro del ratto delle sabine insulare (5 donne pagate un sacco di patate cadauna) ai danni di sant'Elena nel 1826, ma anche il naufragio dell'Italia, con cui arrivarono i 2 liguri; solo a Tristan un naufragio riesce a essere una notizia positiva.

Mai la loro tenacia fu evidente come nel 1961. Vivere su un vulcano comporta un certo numero di rischi e pericoli, e in quell'anno si palesarono per la prima volta. La salita del magma nel vulcano inizialmente causò delle scosse e degli smottamenti, costringendo tutti a lasciare il villaggio e a spostarsi in delle baracche vicino ai campi di patate. Però alle scosse presto seguirono le eruzioni vere e proprie e fu presa la decisione di abbandonare l'isola, per la prima volta nella sua storia, prima su una isola deserta li vicino e poi direttamente in Inghilterra. Il governo britannico pensò (e non fu la prima volta) che ormai data la situazione gli isolani avrebbero più fatto ritorno alla loro isola. Si sbagliavano però, e dopo aver votato 148 a 5 per fare ritorno a fine 1963 tutta la popolazione era di nuovo sull'isola, lontani dall'Inghilterra moderna e caotica in cui non riuscirono mai ad adattarsi; non c'è da sorprendersi quando si pensa che il denaro sull'isola iniziò a venire usato solo nel 1942.
Non è possibile parlare di Tristan da Cunha senza menzionare le altre isole, che sostanzialmente le negano il record di isola più remota del globo. Ci sono altre 3 isole principali, le prime 2, Nightingale e Inaccessible Island sono visibili da Tristan, su quest'ultima ci furono anche dei tentativi di creare un insediamento, tutti falliti (quelle surprise). La terza è Gough island, a 350 km di distanza, su cui è situata una stazione meteo; insieme all'isola inaccessibile forma un patrimonio mondiale dell'Unesco, sicuramente uno dei pochi che non rischia di ricevere troppi turisti.
Questo è solo uno dei tanti motivi che rendono Tristan da Cunha un posto come nessun altro nel mondo ,dove gli astronauti della ISS sono i loro vicini di casa (Sant'Elena è 6 volte più distante) e ogni arrivo è accolto come una festa; da cui però i suoi 246 abitanti non potrebbero mai separarsi, nonostante le difficoltà, che esse siano la partenza di una persona amata o un eruzione vulcanica.
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