Una banale storia d'amore
- Alejandra Bolanos
- 30 apr 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Elena era scesa per le scale dando il braccio a Menelao, suo eterno fidanzato.
Camminavano in silenzio, e ogni tanto si lanciavano sguardi d'amore e di complicità sorridendo.
"Corri!" disse lui, mentre da poco lontano si vedeva arrivare il treno.
Ridevano, pioveva: le scarpe erano ormai distrutte per tanto tuffarsi nelle pozzanghere.
Elena guardava Menelao, "Mi sa che l'ho perso", "Aspettiamo l'autobus?", ed egli aspettava assieme a lei, guardandola sempre negli occhi, tenendola al riparo dal freddo Gennaio, dai mostri della notte.
"Puoi andare se vuoi, se sei stanco" disse lei teneramente. Ma lui preferiva aspettare, preferiva saperla al sicuro.
Passarono i minuti.
Ed eccolo, l'autobus che arrivava.
Elena baciò Menelao sulle labbra, si strinsero.
"A presto amore".
E mentre saliva, si giró verso lui e divertita gli disse "Hai visto? Ho tutto l'autobus solo per me".
Un sorriso, presto si sarebbero dati la buonanotte.
L'autobus era davvero vuoto, ed Elena guardava fuori, la pioggia scendeva e tutto era surreale; tutto era appannato.
Passarono i minuti, parecchi, e dopo un po' Elena si accorse che l'autobus non stava facendo le fermate.
Allora si alzò da dov'era seduta e andò verso l'autista, confusa, un po' spaventata.
"Mi scusi?", nessuna risposta.
"Mi scusi?", si sentiva spaesata.
Poi l'occhio le cadde su un particolare inconsueto: sulla divisa, sul cartellino che l'uomo indossava, c'era scritto il suo nome: Paride.
Allora lei capì. E ricordò.
Chiamò Menelao giusto in tempo per dirgli "Amore, è successo di nuovo".
Poi Paride prese Elena con sè e Melenao partì alla ricerca dell'unica donna cui avrebbe sempre, in ogni vita, amato.
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